L’impasto base è costituito da ingredienti semplici ma genuini:
- Farina;
- Vino o acqua;
- Olio extravergine d’oliva;
- Sale.
Le origini dei taralli
Il tarallo ha origini remote, pare sia nato intorno al 1400 nelle case dei poveri, visto l’uso di ingredienti semplici, e si offrivano agli ospiti, ma veniva anche utilizzato in alternativa al pane, in quanto era un prodotto meno costoso. Infatti, la leggenda racconta che i taralli nacquero dalla necessità di una madre di sfamare i propri figli, arrangiandosi con prodotti che aveva a disposizione in casa: farina, vino, olio extravergine d'oliva e sale, prodotti che non mancavano mai nelle cucine pugliesi.
In merito alle radici del suo nome, gli studiosi si dividono in varie scuole di pensiero, dando differenti versioni: per alcuni studiosi, il termine deriverebbe dal latino "torrere" che sta per abbrustolire; altri sono del parere che deriverebbe dall’italico "tar" (tipico pane d’Oltralpe) e altri ancora dal francese "toral", che significa essiccatoio. C’è chi addirittura sostiene che derivi dal greco "daratos", che indica sempre un tipo di pane.
Taralli per tutti i gusti
Il tarallo è in grado di soddisfare tutti i gusti, in quanto è possibile trovarlo sia nella versione salata che quella dolce.
Nella versione salata si utilizzano semi di finocchio, semi di sesamo, cipolla, peperoncino o rosmarino. In questo caso, i taralli vengono serviti insieme a salumi e formaggi, anche come antipasti, il tutto accompagnato da un buon vino.
L'alternativa dolce prevede, invece, l'aggiunta di zucchero, cioccolato o anice, oppure la copertura con una glassa di limone o cioccolato, per gustarli a fine pasto.
Come preparare i taralli pugliesi
La particolarità del tarallo è la sua cottura; infatti, viene cotto due volte, prima immerso in acqua bollente e poi cotto in forno per ottenere la sua caratteristica friabilità.
Il procedimento per prepararli è alquanto semplice: basta amalgamare tra loro tutti gli ingredienti e, una volta ottenuto l'impasto, formare dei filoncini lunghi circa 8 cm e con 1 cm di diametro, chiudendoli per ottenere la forma di un anello. Come accennato precedentemente, bisognerà farli bollire in acqua calda fino a che non verranno a galla e poi metterli in forno fino ad ottenere una superficie dorata.
Inizialmente si cuocevano solo in forno, la pratica di bollirli venne appresa solamente in seguito, dopo vari tentativi di perfezionamento e venne appurato che con la tecnica della bollitura, il tarallo risultava più croccante una volta pronto.
I taralli sono entrati a far parte della lista P.A.T. (Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani) nel settore "Paste fresche e prodotti di panetteria, pasticceria, biscotteria e confetteria".
Con grande professionalità, ad Andria, Antonio Fiore Taralli produce e commercializza questi piccoli anelli di bontà con la stessa passione e maestranza di un tempo, così come la tradizione pugliese vuole
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