Generalmente si tende a ridurre la cucina laziale a quella romana ma, in realtà, tutta la regione vanta un ricco patrimonio di eccellenze alimentari e risente, inoltre, tanto della cucina toscana a nord quanto di quella campana nella parte sud.
Senza dubbio i prodotti tipici laziali appartengono ad una tradizione gastronomica di origine povera. Un ingrediente-bandiera è l’olio, testimoniato dalla presenza, nel comune di Fara in Sabina, dell'ulivo più antico d'Europa risalente al V secolo.
La regione vanta ben quattro produzioni DOP:
- Olio Extravergine di Oliva Canino
- Olio Extravergine di Oliva Colline Pontine
- Olio Extravergine di Oliva Sabina
- Olio Extravergine di Oliva Tuscia
Altro protagonista dei piatti più rinomati sono i salumi, tra i quali
- ll guanciale (usato in famose ricette come i bucatini all’amatriciana, gli spaghetti alla carbonara oppure la pasta alla gricia)
- la porchetta di Ariccia
- la “scammarita” viterbese
- la spianata romana
- le coppiette di cavallo
- la mortadella di Amatrice
- la corallina (la tradizione richiederebbe di gustarlo durante la colazione del giorno di Pasqua, con uova sode e pizza dolce romana)
Pur non essendo quantitativamente ricco, anche dal punto caseario il Lazio vanta alcuni formaggi DOP:
- Pecorino di Picinisco
- Pecorino Romano (fondamentale in molti primi piatti, il 1° maggio è tradizione mangiarlo insieme alle fave fresche)
- Pecorino Toscano
- Ricotta Romana (molto diffusa nell’agro romano)
- Mozzarella di bufala campana (tipica della Ciociaria)
Avendo un’origine contadina, la sostanziosa e saporita tradizione gastronomica locale si completa di verdure semplici ma di alta qualità: dai carciofi romani IGP alla cicoria, dai Kiwi di Latina IGP alle puntarelle, dalle olive da tavola ai legumi (lenticchie, cicerchie, fagioli e ceci). Famose sono anche le nocciole prodotte nella zona della Tuscia e nelle aree attorno al lago di Vico.
«Roma ha l'osteria, luogo popolaresco, un po' buio, bonario, con tavole di marmo, boccali di vino, belle insegne rossastre con le scritte: ”Vino dei Castelli a tanto il litro”.»
(Alberto Moravia)
scritto da: Amato Delli Gatti
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